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"Don carlo, uscendo alla luce da un camminamento sul fronte russo, saluta e sorride al suo caro giorgio": è una cartolina che il cappellano militare degli alpini sul don, futuro patrono dei piccoli mutilati di guerra, scrive a un bambino che sarà un grande archeologo, il quale gli risponderà in una delle lettere inedite qui pubblicate: "ti ricordo sempre e ho paura che tu riparti un'altra volta senza vedermi". La storia di un'amicizia e di una spiritualità tra guerra e infanzia.